Il nostro è un lavoro prettamente di squadra: capita sempre che qualcuno abbia bisogno di una mano.

È un continuo aiutarsi l’uno con l’altro, non siamo settorializzati: quando finisci il compito che ti viene assegnato, aiuti gli altri, non c’è una divisione rigida. Bisogna essere flessibili e attenti, non è scontato e non è da tutti.

Non si tratta solo di lavorare bene insieme, quello non è sempre possibile. Siamo pur sempre camionisti… però non siamo rancorosi, a volte ci si manda a stendere, ma è utile per distendere la tensione. Poi non ci si pensa più, la maggior parte di noi lavora insieme da oltre 10 anni.

No, il lavoro di squadra non è solo un supporto, è anche un’esigenza di servizio, perché dobbiamo stare nei tempi che ci vengono dati e coordinarci con altre due cooperative: Frassati e La Nuova Cooperativa.  

Ci occupiamo della pulizia di due mercati, corso Racconigi e piazza Benefica. Quando gli ambulanti smontano, iniziamo noi e smistiamo tutti i materiali: legno, cartone, plastica, umido, indifferenziata.

Facciamo i mucchi e poi passiamo a raccoglierli con i camion. Noi di Strana iniziamo, arriviamo in corso Racconigi intorno alle 13.30/14, mentre gli ambulanti iniziano a smontare noi prepariamo i mucchi suddivisi di tutto il primo tratto di mercato, poi una squadra si sposta su piazza Benefica e, una volta finito lì, rientra su Racconigi, dove nel frattempo un’altra squadra ha finito di fare i mucchi, per finire la raccolta. Non sono molte ore di lavoro, ma è tutto concentrato.

Dopo di noi passa la Nuova Cooperativa che fa la mista dei pezzettini di nylon ed altri rifiuti che noi non trattiamo, segue a ruota Frassati che conclude con la spazzatrice.  

Per noi quindi è essenziale stare nei tempi giusti, a maggior ragione essendo i primi, se ritardiamo noi ritardiamo tutti. 

Con tutto che, da quando sono stati rimossi i cassonetti stradali, anche molti privati lasciano rifiuti sul suolo mercatale, sapendo che viene poi pulito, per non parlare degli ambulanti non in regola che non possono neanche venire multati.

Questo a volte ci rallenta e influisce anche sul nostro rendimento: l’Iren-Amiat si è sempre complimentata con noi, dicendoci che eravamo i primi per percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata, ma da quando hanno tolto i cassonetti è invece aumentata la percentuale del peso dei rifiuti indifferenziati che dobbiamo raccogliere. Fortunatamente, dopo le segnalazioni al riguardo, ad oggi l’Iren-Amiat ha provveduto ad un adeguamento delle percentuali per permetterci di far fronte adeguatamente all’esigenza. 

La cosa più sconcertante è la marea di cose che sarebbero ancora utilizzabili e invece finiscono buttate: vestiti, elettrodomestici, libri, una quantità spropositata di libri.

Poi forse io ho un occhio differente, sono di un’altra generazione, dove le cose ancora si aggiustavano, o si reinventavano ed acquistavano più valore personale, affettivo anche.

Oggi questa creatività si è persa.

Costa più riparare qualcosa che acquistarlo nuovo: i prezzi delle cose sono appetibili, ma paghi prodotti sempre più scadenti. Tutto è programmato; un telefono ti dura che so, tre anni e tre giorni e poi non va più.  

E non ci rendiamo conto di quanto inquiniamo. Noi lo vediamo tutti i giorni, ma è comunque difficile immaginarlo su scala mondiale. Ci sono tante piccole cose a cui non pensiamo: le plastiche nei vestiti, l’olio che ogni giorno buttiamo, moltiplicalo per 9 miliardi e immaginalo nel mare.

In un contesto simile, nel quale la produzione è esasperata, prestare attenzione a raccogliere e smaltire i rifiuti in maniera differenziata acquista un valore essenziale per limitare i danni che arrechiamo alla nostra salute e al nostro pianeta.

Ma per noi è importante sapere che contribuiamo con il nostro lavoro e, speriamo, anche con il nostro esempio, a rendere questo mondo un po’ più pulito e accogliente.

Claudio MarzolaAutista e raccoglitore settore Raccolta Differenziata